Il mio primo contatto con lo spazio risale al 1969 quando l’uomo camminò sulla Luna. I miei genitori ci svegliarono in piena notte per assistere al primo passo dell’astronauta Armstrong. Così eravamo tutti in piedi, nelle prime ore del mattino, con le mie sorelle e i miei fratelli nel nostro appartamento di sei stanze alla periferia di Saint Etienne. Mia nonna, con il suo accento barese, celebrò l’evento con una frase che non ho dimenticato: “Talia, arriva la fine del mondo”.
Da allora, con mio fratello che è un po’ più grande di me, abbiamo inventato tante storie durante la tradizionale pausa del dopo pranzo.
Mio fratello ritagliava articoli sulle conquiste spaziali dalla stampa locale. Li conservo ancora.
Ricordo che durante le vacanze estive ho iniziato a guardare la Luna con un binocolo. Erano le prime esperienze osservative. Uno strumento abbastanza modesto, ma grazie al quale scoprivo, come Galileo, i mari e i crateri più vistosi del nostro satellite. Già allora mi affascinava coinvolgere altre persone nell’osservazione del cielo. Mi appagava vedere come rimanevano meravigliati da quella visione ingrandita del nostro satellite.
A 16 anni, durante gli anni della scuola secondaria, sono entrato a far parte di un club di astronomia, il “Club della terza età” come lo avevano soprannominato i responsabili scolastici.
In quel periodo mi ero impegnato nella costruzione del mio primo telescopio utilizzando un tubo in PVC. Contemporaneamente avevo raccolto estratti di riviste e articoli. Fotografavo persino la mia televisione durante il decollo del Columbia, il primo shuttle americano.
In quegli anni avevo visitato un planetario installato in un centro commerciale di Marsiglia, poco distante dal famoso Porto Vecchio. Così ho scoperto che è possibile simulare il cielo notturno intorno a noi e spiegarlo con più facilità.
Il mio vero coinvolgimento nella divulgazione della scienza inizia nel 1987 quando sono entrato in un’associazione che organizzava passeggiate geologiche, dove si parlava anche di astronomia. Successivamente cominciavo una importante collaborazione con l’Osservatorio dell’Alta Provenza e la comunità scientifica di Marsiglia.
Nel 1989 ho lanciato un’iniziativa d’avanguardia che mi ha portato a riunire scienziati, grande pubblico e diverse persone con disabilità. Questi ultimi erano coinvolti attivamente come guide della mostra temporanea intitolata “I crocevia dell’astronomia”. Vi era esposto un modello gigante del Sistema solare, circondato da parti di satelliti come quelle sommitali del razzo Véronique. Ben 2500 visitatori decretarono il successo di questa operazione.
Per approfondire le mie conoscenze nel campo dell’animazione scientifica avevo seguito un percorso formativo molto specifico e in completa autonomia.
Dopo la formazione all’interno del più grande e storico movimento di educazione popolare francese, avevo conseguito il Certificato di Tecnico Animatore (BEATEP) ed ero stato selezionato per il Diploma Universitario di Animatore di Planetari organizzato dall’ateneo di Strasburgo. Al termine di tre settimane di lezioni teoriche avevo preparato la mia tesi finale intitolata “Visions Nocturnes” (ancora oggi è il titolo del mio programma radiofonico). Diventerà la base e il filo conduttore di un grande progetto.
Nel 1995 ho conseguito il Diploma Universitario di Tecnologia (DUT), Carriere Sociali con opzione di mediazione scientifica in Tour. Il mio periodo di tirocinio presso Planètes Sciences (ex ANSTJ) è stato molto gratificante. La mia tesi “Science Merchants” aveva riscosso meno interesse tra gli accademici più propensi a discutere di marketing.
Il mio percorso professionale è stato duplice. La prima parte della mia carriera si è sviluppata nel campo della grande distribuzione e dei servizi post-vendita. La mia proposta pedagogica è diventata un elemento decisivo nell’evoluzione dei diversi marchi per i quali ho lavorato.
L’altra metà della mia attività professionale si sviluppa tra diversi progetti educativi, come l’intervento allo Space Camp Patrick Baudry a Cannes, la creazione e l’istituzione del Centro Astronomico di Saint Michel l’Observatoire e la conduzione di un planetario itinerante, facilmente trasportabile, unico in Europa.
Oggi, con la mia società MHD Production, svolgo questa attività a tempo pieno attraverso trasmissioni radiofoniche e interventi di divulgazione, in particolare allestendo la ricostruzione di una «camera bianca» itinerante dove si impara ad assemblare i satelliti e a scoprire le sfide delle missioni spaziali.
Nel corso della mia attività offro corsi online per il mondo accademico e per la realizzazione di podcast.
Sono inoltre impegnato nella realizzazione, nella mia città di Bron (vicino a Lione), del progetto “Le Portes du Ciel”, un centro di accoglienza sul tema dello spazio e dell’aeronautica. Inoltre partecipo a diversi bandi di gara con la speranza di riuscire ad aprire un CCSTI per portare la regione di Lione all’altezza di città come Bordeaux, Parigi, Grenoble, che vantano nel loro territorio la presenza di grandi luoghi di cultura e divulgazione scientifica.