Già dalla copertina e dal titolo dell’album si capisce di cosa ci vuol parlare Franco Battiato in questo lavoro. L’album si intitola infatti “Mondi Lontanissimi” e nella copertina troviamo un’immagine di Franco che dalla finestra di una casa guarda il cielo e vede Saturno (debitamente ingrandito).
Veniamo al testo della canzone: ad una prima lettura parla di un viaggio spaziale che comincia prima del sorgere del Sole qui sulla Terra, che ci porta rapidamente alle porte di Sirio e che prevede questa tappa come trampolino di lancio per un seguente lungo viaggio. Non conosciamo la destinazione finale di questo satellite artificiale in cui viagga un equipaggio sperimentale vestito di grigio chiaro; sappiamo però di essere piccoli… appena provinciali dell’Orsa Minore…
Non va tutto liscio, c’è chi impazzisce durante il viaggio che comunque procede seguendo certe rotte in diagonale non meglio precisate, che alla fine sembrano portare a perdersi nello spazio.
Molti degli elementi astronomici sono inseriti correttamente. Oggi si sta progettando il Lunar Gateway: una stazione spaziale lunare di appoggio per viaggi verso Marte ed oltre. Allo stesso modo, Battiato immagina che su Sirio, stella relativamente vicina, si trovi una sorta di base di appoggio per viaggi più lunghi.
La partenza avviene all’alba, come di fatto avviene realmente per molte missioni spaziali. L’equipaggio indossa divise grigio chiaro, colore effettivamente usato per molte tute spaziali. Forse l’unica cosa poco azzeccata è la scelta di un satellite artificiale per il viaggio… I satelliti, si sa, non si allontanano mai troppo dal pianeta attorno a cui ruotano!
Non dimentichiamo però che solitamente i testi del Maestro si prestano a più letture: quello che sembra un viaggio spaziale potrebbe in realtà rappresentare un viaggio interiore e spirituale in cui ci si distacca dal mondo terreno e si seguono rotte in diagonale che simboleggiano un percorso alternativo rispetto alle strutture rigide e lineari del pensiero convenzionale.
Battiato non fa mistero del suo interesse per spiritualità, esoterismo e filosofia orientale. Il capitano del centro impressioni potrebbe essere una metafora per la mente razionale ed il fatto che esso va in esaurimento e viene esiliato sembra indicare che la ragione non può guidare oltre un certo punto del viaggio. Oltre serve altro: intuizione, fede, silenzio.
La destinazione finale è quella di perdersi, inteso non in senso negativo, ma come perdere se stessi, abbandono dell’ego in favore di qualcosa di più spirituale e profondo.